La Logica della Vagina

Non ho mai difeso la teoria che il mondo del lavoro sia sessista e discriminatorio verso le donne. Questo, certo, finché non ho cominciato a lavorare.

Sia chiaro: ho sempre trovato fastidiose le petulanti lamentele di certe femministe, che pretendono che le donne sul lavoro siano aggressive come gli uomini ma più tutelate e garantite, come una speciale categoria in via d’estinzione. E come una specie protetta mi sento ogni volta che si parla di quote rosa, sconti al cinema, bandi speciali per le categorie svantaggiate, l’imprenditoria femminile eccetera. Le donne secondo me hanno diritto ad essere tutelate in quanto lavoratori, non in quanto femmine deboli. Ma questa è un’altra storia.
Ben diverso è quando si dà per scontato che la donna che in qualunque modo ha a che fare con la comunicazione debba per definizione essere carina e ammiccante. Questa, che uno dei miei titolari ha scherzosamente definito ieri la Logica della Vagina, si articola grossomodo così:

– Checché ne possa dire qualunque uomo, la scollatura AIUTA. La minigonna anche. Non è necessario combinare le due cose insieme (anche le migliori rischierebbero il cosiddetto “effetto statale”), ma è necessario che almeno uno dei due elementi sia presente, possibilmente comunque abbinato ad un tacco di almeno sette centimetri. Una tetta di proporzioni gigantesche che minaccia ad ogni movimento di saltare fuori dal vestito, con tutto ciò che ne consegue in termini di richiamo edipico al seno materno, può tenere incollato al teleschermo anche l’uomo meno appassionato di calcio della terra*. Viceversa una maglia stile rete da tennis, che molto poco lascia all’immaginazione, può sortire l’effetto contrario, traumatizzando gli animi più sensibili con i suoi intenti troppo scopertamente espliciti**.

– Diretto corollario di questa prima legge è che qualunque comunicazione parta da una donna ad un uomo eterosessuale, anche in età adulta, per risultare credibile deve contenere un riferimento alla sfera sessuale. Questo è confermato ancora una volta dalla televisione (neanche in programmi come Forum ormai manca la sgallettata di turno), ed è tanto più vero per quello che riguarda le riviste (in cui al “vedo-non vedo” deve sostituirsi un chiarissimo “vedo“). Una rivista può risultare agli occhi di un uomo “formale” e “ingessata” se sceglie di mettere in copertina una ballerina, seppure bellissima, ma indubbiamente vestita, o se correda un servizio con foto di un’attrice, seppur nuda, ma celata da un vetro appannato***.

Le ripercussioni della Logica della Vagina sulla quotidiana vita lavorativa sono facilmente immaginabili. Un capo uomo può bocciare una aspirante dipendente ad un colloquio perché le sue scarpe lasciano intuire brutti piedi****, o viceversa assumerla o promuoverla se è carina, simpatica, ammiccante, quindi potenzialmente scopabile. Può diventare criterio preferenziale un determinato modo di truccarsi***** o di vestirsi, ed è addirittura possibile che l’uomo arrivi a colmare inconsciamente determinate mancanze fisiche di una dipendente carina, immaginando, ad esempio, tette grosse laddove c’è una terza scarsa******. Le altre dipendenti che dovessero trovare questi criteri quantomeno fantasiosi verrebbero inesorabilmente bollate come invidiose, acide, magari invitate a sfoggiare a loro volta le loro parti migliori, in una specie di gara alla miss ufficio più carina. Ed è così che la Logica della Vagina arriva a generare non solo il sovraffollamento di mademoselles scosciate in tv, ma anche il mito della segretaria sexy, l’unica figura professionale che può permettersi di far cadere a terra qualunque cosa, purché si chini a raccoglierla con una gonna abbastanza corta.

* ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente voluto. 
** ogni riferimento a fatti realmente accaduti è sempre puramente voluto. 
*** … sì, anche questa è vita vissuta. 
**** indovinate un po’? 
***** già. ma questa ve la racconto meglio un’altra volta. 
****** fenomeno assai comune. Il maschio non si arrende nemmeno all’evidenza del dato scientifico della taglia di reggiseno.

5 pensieri su “La Logica della Vagina

  1. Da antifemminista dovrei avere un’approccio negativo verso questo tipo di articoli…
    eppure, nonostante sia evidente un certo compiacimento molto, molto femmineo – nonchè genuinamente simonarditesco tanto nella forma sintattica quanto nell’uso di eleganti perifrasi, non posso esimermi dal condividere, con animo divertito, questa efficace e brillantemente didascalica catena di riflessioni.

  2. no, allora capiamoci: le menate femministe infastidiscono me quanto te. quote rosa, sconto al cinema il lunedì, ingresso gratuito nel locali…odio. per quanto nel mio odierno stato disoccupazionale ne trovi giovamento. eccheccazzo, mi vien pure da dire! ma non è la minigonna e la scollatura che mi scandalizzano anche perchè la cinematografia italiana degli anni settanta si è fontata su determinati stereotipi proprio perchè esistevano. è triste che in trentanni le cose non siano ancora cambiate ma è ancor più triste entrare nel mondo del lavoro e sentirsi dire “ok vai bene come stagista perchè tanto non ti pago, ma dopo questi 3 mesi te ne vai affanculo perchè la politica aziendale non prevede l’assunzione di donne in quanto non può permettersi eventuali maternità” e non me lo sto inventado, è quando il dirigente dello stabilimento “pasta Granoro” di Corato ha detto a mia sorella appena 26 enne. o ancora al primo colloquio di lavoro in un negozio d’arredamento mi chiedono se sono fidanzata e se ho in programma di avere bambini di qui a 3 anni. ma si può? cosa è più umiliante, sentirsi ribadire per la dodicicimilionesima volta il clichè “tetteculi” o sentirsi dire che guadagnerai di meno, lavorerai di più, sei buona solo a procreare ma, per cortesia, non farlo quando lavori per noi se no te ne torni a casa? no, vabbè amica, io sto incazzata nera…e qua, forse, ne serve un’altra di rivoluzione sessuale…ma questa volta l’effetto dovrà essere più prolungato perchè mia figlia di ste cose ne dovrà solo sentire parlare.

  3. Vi do una buona notizia: quella della maternità è solo una scusa più comoda (e vagamente sadico-sessista) per sbolognare lo stagista.
    Ai maschi si risponde che l’azienda / negozio / società non può al momento investire nuove risorse nel campo in cui lo stagista operava o avrebbe dovuto operare.

  4. amica, prima di tutto di’ a tua sorella di ricordare al dirigente della Granoro che a pagargli lo stipendio sono due donne, e di quelle femministe, moderne eccetera… conosco bene la situazione specifica, perché hanno lavorato con mio padre per moltissimi anni. 😉

    detto questo: non mi scandalizzano le minigonne o le scollature, ma il potere che esercitano sul maschio alpha. Voglio dire, non è che se una donna si trova davanti un ragazzo carino non pensa “ahpperò!”, ma difficilmente lo assumerà se non ha delle capacità. Al massimo gli passerà il suo numero di telefono sottobanco… quindi mi vado convincendo che la Logica della Vagina è una cosa connaturata alla mente maschile.
    E non verrà mai sgominata, almeno fintanto che ci saranno donne che otterranno quello che vogliono sfoderando menne e culi. Non è un caso, secondo me, che l’unico ambiente in cui non ho incontrato difficoltà di questo genere sia un ufficio in cui c’è una netta prevalenza di donne e omosessuali…

    Comunque la gravidanza, ne sono convinta anch’io, è solo una facile scusa. Ne abbiamo sentite di tutti i tipi: sei troppo giovane, troppo vecchio, hai troppa esperienza, ne hai troppo poca… avremo modo di parlarne, dei milleuno modi per rimbalzare uno stagista. Almeno in questo i capi sono tutti estremamente democratici!

  5. bhe che dire … è vero e lo dice uno che ha perso il lavoro non potendo competere con le ammiccanti moine della mia collega verso il capo. Perchè quando un uuomo si trova a scegliere preferisce circondarsi di collaboratrici con le tette piuttosto di collaboratori. Lasciando a parte le competenze professionali che per comodità suppongo distribuite egualmente.
    Perchè se è vero verissimo quanto scritto, è altrettanto vero verissimo che, una volta capito il funzionamento, sia facile far ‘leva’ sul punto debole maschile per ottenere …

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